IL PIACERE DELL’UTILE
Una visione del design tra deontologia e desiderio.
Se un tempo l’area di coinvolgimento del progettista era concentrata sulla fase del concept, oggi si è estesa all’intero sviluppo prodotto: un incarico davvero a tutto tondo che richiede coerenza e continuità dell’oggetto finito con l’idea iniziale, restituendo al design la sua ispirazione originaria a costruire lo spazio dell’uomo abbracciando saperi umanistici e tecnici. Ispirazione che prende corpo nel continuum professionale dello studio Vito Noto Design, giunto al 25esimo anno di attività. “Il lavoro del designer – spiega Vito Noto, fondatore dello studio nel 1982 – nasce dall’esigenza di ottimizzare il nostro contesto di vita e di lavoro, di migliorare la quotidianità attraverso la progettazione, partendo dall’architettura fino al dettaglio, all’oggetto casalingo. Nel mio percorso professionale ho avuto l’opportunità di progettare spazi e oggetti per il mondo del lavoro, che inizia, se vogliamo, nella cucina di casa, per includere la macchina utensile, il laboratorio, l’ospedale. Come designer non voglio essere lo specialista di un settore quanto utilizzare un metodo che possa affrontare problematiche diverse in qualsiasi ambito”.
Ecologia e concretezza
“Il designer – continua Noto – è un contaminatore, che deve intrecciare un dialogo con i tecnici incaricati dello sviluppo prodotto per risolvere una serie di problemi – ergonomia, ecologia, uso intelligente dei materiali – nel modo più razionale e lungimirante. Per me è importante che non sia necessario rivisitare un progetto, cerco una soluzione il più possibile definitiva con gli strumenti che ho in mano, oggi molto più tecnici. Il rapporto tra design e ingegnerizzazione una volta era di tipo descrittivo: fornivamo indicazioni a partire dalle quali gli ingegneri sviluppavano il loro sapere. Con il tempo le nostre rappresentazioni sono diventate sempre più matematiche, i file vengono concretamente utilizzati perché c’è meno margine di interpretazione, e l’idea arriva sul mercato più integra e meno sfumata di quanto potesse esserlo prima. Questa sinergia è un vantaggio enorme che non diminuisce il merito del designer, e solleva l’ingegnere da responsabilità non sue: è una cooperazione più razionale in cui il concept è valutato sin dal suo nascere in termini di fattibilità. Non ho mai proposto niente di poco realizzabile, salvo i casi in cui erano esplicitamente richiesti studi avveniristici. La nostra specialità è la progettazione del prodotto dal concept alla comunicazione. Il prodotto deve essere in grado di veicolare un proprio messaggio: perché sono qui, perché mi devi acquistare, come mi devi usare, tutto questo fa parte del progetto”.
Comunicare la sicurezza
“Abbiamo accumulato esperienze in innumerevoli campi, disegnando caffettiere, tazze, armadi, joystick, lavastoviglie, cancelleria, macchine industriali… I progetti più importanti – osserva Vito Noto – sono stati caratterizzati da un ottimo dialogo con le altre figure professionali coinvolte nella realizzazione. Il nostro studio si è guadagnato molte segnalazioni nell’ADI Design Index, un premio IF, un Design Preis Schweiz (l’equivalente del Compasso d’Oro in Svizzera) vinto con Microlab F.A.M.E .. Questa macchina da laboratorio per analisi cliniche, in grado di preparare e analizzare in automatico circa 6000 campioni giornalieri in micropiastra, è nata nel momento in cui è cominciata la diffusione dell’AIDS. La peculiarità di questo oggetto è la capacità di creare una barriera di sicurezza.
I campioni di liquidi organici di migliaia di pazienti sono elaborati contemporaneamente e l’operatore che sovrintende al processo rimane assolutamente isolato, per lavorare in piena tranquillità senza timore di rimanere infettato. Perciò anche l’aspetto estetico
della macchina deve trasmettere un’impressione di sicurezza intrinseca: con i colori, con la disposizione degli elementi funzionali, con la trasparenza. In questo prodotto l’ergonomia richiedeva di evitare elementi di disturbo e di lasciare a vista in modo lineare e naturale il processo, che avviene in uno spazio chiuso, rendendo disponibili tutte le informazioni necessarie al suo controllo. La funzionalità tuttavia non basta: un prodotto deve comunicare, in primo luogo rendendo riconoscibile l’immagine dell’azienda. I plus che sono frutto di una filosofia aziendale attenta alla ricerca devono essere trasmessi attraverso il prodotto: il fruitore, ma anche l’investitore, devono avere la percezione d’essere di fronte a una soluzione non solo bella ma “buona”, efficace anche perché migliora la qualità del lavoro e della vita di chi la usa”.
Ciascuno è speciale
Nella filosofia progettuale di Vito Noto Design, le dimensioni etica ed estetica coincidono nella ricerca di un oggetto ‘definitivo’, che soddisfi necessità e gusto dell’utente in modo personalizzato, perfezionando l’esistente. “Per me – sottolinea il designer – il ‘progetto assoluto’ rispetta tutte le esigenze dell’uomo, incluso il piacere. Il prodotto deve costare poco ma soprattutto essere desiderato a lungo e non stancare: il design deve essere ecologico anche in questo senso. I volumi produttivi dell’industria attuale permettono di entrare sempre più nel dettaglio di esigenze, speranze, sogni di ciascun individuo, per cui il progetto deve prevedere delle variabili, presentandosi in più modelli elaborati a partire da una stessa idea. Anche la scelta del materiale va personalizzata: il più concorrenziale sul mercato in quel momento, ma anche un materiale riciclabile o portatore d’innovazione. Il temperamatite WOW, ad esempio, è un oggetto monopezzo, stampabile con dodici impronte, facilissimo da assemblare ed economico da produrre. É stato pensato in un materiale trasparente e morbido, perché l’anima restasse a vista, colorata, in modo da raccontare con immediatezza come funziona l’oggetto, e il corpo fosse confortevole da maneggiare per un bambino, il destinatario del prodotto. Il temperamatite presenta una cerniera in cui è trasposta l’idea della carta, ci si può vedere la cravatta di papà, un package … noi non abbiamo inventato niente, abbiamo semplicemente trasposto un’idea e, attraverso le performance di questo materiale, abbiamo cercato di creare un prodotto tascabile e piacevole da toccare. Con questo spirito abbiamo progettato diverse cose, avendo in mente la tecnologia con cui produrle, anche se la scelta finale rimane al produttore, che in questo caso ha preferito un materiale meno costoso”.
In Svizzera
“Il nostro studio di Cadro, presso Lugano, spiega Vito Noto – compie 25 anni di attività. Siamo stati inclusi in una rosa di 25 designer svizzeri pubblicati nel volume con DVD DESIGNsuisse, un progetto del 2006 sostenuto dal dipartimento per la promozione federale insieme alla rivista di architettura e design Hochparterre e alle tre reti televisive nazionali, che hanno mandato in onda un nostro profilo. Il design è una realtà importante in Svizzera: è un luogo dove la creatività viene sollecitata e facilitata. Sicuramente il settore delle macchine è molto forte, dà reddito in tanti ambiti, dal ferroviario all’elettronica. Negli ultimi anni anche l’arredamento ha compiuto passi da gigante scegliendo un target abbastanza elitario e segmentando le fasce di prodotto, puntando sulla personalizzazione. Un buon 40% dei nostri clienti è svizzero (il resto è suddiviso in parti uguali tra la Germania e l’Italia): si tratta di una committenza consapevole della ristrettezza numerica del proprio mercato interno, che pertanto ha la necessità di esportare, e che ha imparato a soddisfare culture diverse. Il prodotto deve piacere, perciò l’imprenditoria si assume un più ampio margine di rischio nello sperimentare: è l’enorme vantaggio di questo Paese”.